Un antichissimo laboratorio che produce una specialità tipica da oltre 130 anni.
Ho scelto la notte, per immergermi in questo processo di produzione che dura tutte le ore notturne e che incredibilmente avviene in un silenzio irreale, interrotto solo da qualche macchinario che impasta, da una fiamma che fa bollire pentole ricolme di cipolle, ma non da chi lavora.
All’inizio sembra che lavori una sola persona mentre gli altri, placidi, attendono. Dopo 45 minuti una seconda persona inizia il suo compito e dopo un’altra ora anche la terza.
In rigoroso silenzio, movenze, sguardi e piccoli cenni si sincronizzano in un’affascinante susseguirsi di compiti ben definiti, ecco perché mi piace definirla, come suggeritomi da un amico, “industria primordiale”.
Ha tutte le caratteristiche di una produzione seriale, sia nei tempi che nelle applicazioni, ma appunto in maniera primordiale.
Ci sono momenti di stasi perché la pasta deve lievitare, e tutti si addormentano per un paio d’ore, poi nuovamente al lavoro per la parte finale: l’infornata.
Tutto ha una precisione che non traspare dalle foto ma che il gatto che compare puntuale alle 4 del mattino conosce bene, in quanto sa per certo che avrà un pezzo di acciuga meritata dalla sua costante presenza.
Nel primo mattino arrivano i famosi Lapini a caricare il prodotto, che poi verrà venduto come street food.
L’esperienza è stata surreale soprattutto per il silenzio, che mi ha permesso di lavorare molto concentrato e mi ha fatto capire quanto certi luoghi e certe tradizioni, che stanno diventando un ricordo, andrebbero preservate.
Nocturno Tempore vuole essere un omaggio a chi lavora di notte e soprattutto a chi ha la forza e la determinazione di andare avanti nel mondo dell’artigianato.